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C'è una produzione musicale italiana che fatica a trovare spazio nelle radio e in televisione, ma che ha scalato le classifiche dei brani più venduti. È il rap, figlio legittimo della cultura afroamericana, ritmo e parole che riprendono e insieme alimentano il linguaggio della...

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C'è una produzione musicale italiana che fatica a trovare spazio nelle radio e in televisione, ma che ha scalato le classifiche dei brani più venduti. È il rap, figlio legittimo della cultura afroamericana, ritmo e parole che riprendono e insieme alimentano il linguaggio della strada parlato dai ragazzi e spesso ignorato dagli adulti. Testi dissacranti e crudi che condannano senza mezzi termini le contraddizioni e le ipocrisie della nostra società, esprimono tutta la lontananza e il fastidio giovanile per il mondo della politica e per i falsi miti imposti dai media, raccontano il disagio sociale nelle periferie urbane. “Tg2 Dossier”, nella puntata dal titolo ''Rap Pensiero 2'' in onda questa sera, ha dato voce a chi il rap lo fa, come Fabri Fibra, Marracash e Club Dogo, a chi lo ascolta e chi lo vive come passione, partendo dalle origini. Il ritratto di un universo musicale agli antipodi del "melodico" dominante. Un mondo che i figli già conoscono a fondo e che i genitori farebbero bene ad esplorare. Fabri Fibra e gli altri, ovvero l'universo del rap italiano, un mondo agli antipodi della classica canzone melodica di casa nostra che pero' ai ragazzi piace moltissimo. Una musica che parla la stessa lingua dei giovani e che non ha paura di sbeffeggiare ipocrisie e contraddizioni del nostro tempo. Si comincia con una breve storia del rap negli Stati Uniti per passare ai nostrani. Interessante L'affermazione di Fabri Fibra a cui viene sempre chiesto cosa pensa dei giovani e della droga e lui si domanda: 'pechè non chiedono anche ad altri cantanti cosa pensano della cocaina?'

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