Un viaggio dopo il carcere, tra le storie difficili e il futuro incerto degli ex detenuti. Protagonisti uomini e donne che hanno saldato il proprio conto con la giustizia, alle prese con una sfida nuova: tornare a vivere. Una strada in salita, tra pregiudizi, mancanza di lavoro,...
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Un viaggio dopo il carcere, tra le storie difficili e il futuro incerto degli ex detenuti. Protagonisti uomini e donne che hanno saldato il proprio conto con la giustizia, alle prese con una sfida nuova: tornare a vivere. Una strada in salita, tra pregiudizi, mancanza di lavoro, solitudine e famiglie in cui molto spesso e' difficile riconoscersi. Ne parlano al Tg2 ex carcerati, ma anche magistrati, sacerdoti, associazioni. Quanto sono determinanti le misure alternative per favorire il reinserimento sociale e a che punto e' la capacità di rieducare al lavoro nei nostri istituti penitenziari. Don Sandro Spriano, cappellano di Rebibbia, parla della difficoltà per un detenuto a trovare una casa e un lavoro soprattutto se fuori non ha nessuno ad attenderlo. Interventi di Ornella Favero, direttore 'Ristretti' e Giovanni Maria Pavarin, magistrato di sorveglianza per entrambi il problema della recidiva è legato ad una mancanza di progetti lavorativi e accompagnamento dell'ex-detenuto una volta rientrato in società. Un dato su tutti fa pensare: il 69% dei detenuti che scontano tutta la pena in carcere commettono altri reati mentre soltanto il 19% torna a delinquere per chi ha ottenuto misure alternative alla pena, come per esempio, la semi-libertà o lavorare fuori dal carcere. Intervento di Patrizio Gonnella, pres.associazione Antigone. Il dossier intanto si sposta su due detenuti che hanno chiesto ed ottenuto di andare a fare i cuochi nei campi base subito dopo il terremoto dell'Aquila. Aggregatti alla CRI i due ragazzi si sono dati subito da fare ed hanno così ottenuto un doppio risultato: sentirsi utili e far cambiare il pregiudizio sui detenuti; la sera, comunque, devono rientrare in carcere per dormire. Impressionanti i dati sulle morti in carcere che sono circa 150 all'anno: un terzo per cause naturali, un terzo da accertare e, infine, un terzo per suicidio. I casi di suicidio avvengono o all'inizio della pena o alla fine quando cioè hai scontato la pena e devi reinserirti. Testimonianza di Luciano Pantarotto, coop.sociale 'men at work', che parla della difficoltà burocratica per portare lavoro dentro il carcere e del pregiudizio di molti datori di lavoro quando viene proposto un lavoratore in semi-libertà o a fine-pena.
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