Nell'ultima anteprima di Anno Zero Michele Santoro si rivolge direttamente al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per parlare di televisione, pubblica e privata. Spiega come deve essere fatto un prodotto televisivo di qualità e ricorda che non basta una tornata elettorale...
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Nell'ultima anteprima di Anno Zero Michele Santoro si rivolge direttamente al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per parlare di televisione, pubblica e privata. Spiega come deve essere fatto un prodotto televisivo di qualità e ricorda che non basta una tornata elettorale vincente per far chiudere un programma come Anno Zero fatto di tanti talenti messi insieme. L'unico modo è contrastarlo con un altro programma di talento perchè, se tutti gli sforzi Mediaset, vanno in un unica direzione chiamata Grande Fratello, allora la televisione diventa solo omologazione, conformismo e ripetizione. A chi fa cultura non puoi togliere la parte creativa, non funziona così!
(sito rainews24) - In cerca di un Santoro di destra - Sempre rivolto al premier Santoro ha voluto puntualizzare che "è importante che una televisione possa portare le proprie telecamere in molti luoghi differenti, è importante che non tutti decidano di andare nello stesso luogo. E capisco -ha aggiunto lasciandosi sfuggire un sorriso- che lei abbia un problema con 'Annozero', ma questo problema non si può risolvere con le elezioni, né con la forza della maggioranza e del voto perché 'Annozero' non è un partito: è un prodotto culturale, è un prodotto televisivo". "E' una cosa che non è fatta da un talento 'unico', ma da un talento diffuso e fatto di tante persone e competenze, e questo si può sconfiggere solo con un altro talento, ancora più bravo e ancora piu' creativo, ancora più capace di impiegare le risorse per il bene della televisione, per il bene dello spettacolo".
- Villa Serena - Quella italiana oggi per Santoro è una tv "un po' fascista, senza fascismo per carità, senza duce, ma con il conformismo", popolata e guidata da "quei funzionari che invitano e ospitano le veline che piacciono a loro e i cantanti che piacciono alla loro zia Concettina". Una tv che il conduttore descrive come una "Villa Serena dove tutti siamo un po' vecchi, con le canzoni del passato e la nostalgia del passato".
- Rai e concorrenza - "Se ha pensato di non rinnovare il contratto Rai (affermazione poi smentita), allora lo faccia - ha detto Santoro nel video messaggio a Berlusconi - Anzi faccia una cosa: si riprenda pure tutti gli uomini che ha messo nella nostra azienda e cosi' finalmente possiamo farci una bella partita Rai contro Mediaset, e sono sicuro che questa
partita la Rai la vince". Lei, continua il conduttore, "sa benissimo che in questo momento le aziende Mediaset non e' che godano di tutta questa grande salute, sono insomma aziende che fanno fatica a stare sul mercato e a reggere una concorrenza
vera". E ha aggiunto: "Poi noi, i tecnici, operatori, autori e registi, quelli che amano fare il prodotto in una situazione di concorrenza 'vera' non accetterebbero di essere governati da chiunque, anche da gente che non sa neppure da che parte si comincia quando si deve fare un programma".
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