Gli studenti delle Università, delle scuole superiori e i genitori delle scuole elementari scendono in piazza in tutta Italia per protestare contro le riforme e i tagli allistruzione. Lo slogan della protesta è: Noi la crisi non la paghiamo. Mentre vengono stanziati miliardi...
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Gli studenti delle Università, delle scuole superiori e i genitori delle scuole elementari scendono in piazza in tutta Italia per protestare contro le riforme e i tagli allistruzione. Lo slogan della protesta è: Noi la crisi non la paghiamo. Mentre vengono stanziati miliardi per la crisi finanziaria, si tagliano i fondi per listruzione e la ricerca. Cioè sul futuro delle nuove generazioni. Le mani sul futuro è il titolo di questa puntata di Annozero. In studio il segretario del Partito democratico Walter Veltroni, il capogruppo della Lega Nord alla Camera Roberto Cota e il vicedirettore del "Giornale" Nicola Porro. La puntata inizia con la solita introduzione di Marco Travaglio che parla dei famosi tagli che tutti i politici hanno ampiamente propagandato (quelli che dovevano essere fatti su di loro) e che poi non solo non si sono visti, ma i tagli vanno come sempre in un'unica direzione: università, scuola, sanità, pensioni e salari. E poi subito le dichiarazioni di Berlusconi che prima dice di voler mandare la polizia nelle scuole occupate, poi la smentita ed infine la dichiarazione che, almeno per il momento con il Ministro Gelmini ancora non si è parlato di università. Rimane comunque il fatto che per la scuola italiana sono previsti 8 mld di tagli in tre anni e un mld e mezzo per l'università. Il reportage di Annozero ripercorre in lungo e in largo le contestazioni attualemnte in atto in tutta Italia contro i tagli alla scuola, all'università e alla ricerca. Si comincia da Bologna e, in piazza insieme agli studenti, ci sono anche gli insegnanti, i docenti e i genitori che urlano a gran voce alla Gelmini e al Governo: giù le mani dal futuro dei nostri ragazzi, non vogliamo essere noi a pagare la crisi finanziaria. E poi la volta di Roma con le contestazioni e l'occupazione di alcune facoltà alla Sapienza. I numeri della puntata sono i seguenti: tagli alla scuola -7,8 miliardi di euro (2009-2012), università -1,4 miliardi di euro (2009-2012), manager non laureati 51% (1 su 2) nei paesi sviluppati è pari al 24% (1 su 4), i parlamentari laureati erano il 94,1% nella 1° Repubblica adesso sono il 64,6%. La discussione si sposta poi sul decreto Gelmini appena approvato che, in questo caso, ha effettivamente cominciato il suo ruolo di 'super-taglio' nella scuola elementare con l'introduzione del maestro unico e la chiusura di quelle classi che non hanno un numero sufficiente di alunni. La cosa incredibile è che il modello scuola elementare a tempo pieno, almeno in Italia, è l'unico che funziona e non si capisce perché si sia partiti proprio da qui a fare tagli a dir poco indiscriminati. Breve inchiesta che ci fa vedere come una mamma di oggi deve 'combattere' per tirare avanti e arrivare a fine mese. Naturalmente Santoro non poteva esimersi dal tirare in ballo la proposta della Lega Nord sulle famose 'classi-ponte' ovverosia quelle classi che dovrebbero frequentare i bambini extra-comunitari che non sanno bene l'italiano per, appunto, impararlo meglio. D'altronde si sa, se uno vuole imparare l'inglese cosa va a fare in mezzo agli inglesi, è meglio che frequenti degli egiziani o rumeni o tedeschi solo così può avere qualche speranza di non impararlo mai, l'inglese! Si torna poi a parlare di università facendo vedere dei dati che la dicono lunga e cioè in tutta Europa gli stati hanno speso, per ogni studente fino a 2.000 in più mentre solo in Italia il saldo è negativo -491. È chiaro che la paura della perdita del posto di lavoro, perché poi è questo che creano i tagli nella scuola, è il tema che Santoro cerca di portare sempre al centro dell'attenzione e che, puntualmente, viene evitata dal politico di turno.
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