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(sito neapolis) - Le tensioni fra Turchi e Ciprioti, i conflitti tra Inglesi e nord-Irlandesi o i problemi di convivenza tra Italiani e immigrati possono essere risolti con un po’ di esercizio alla mediazione, magari grazie a un videogioco. È da Futuro Remoto, la manifestazione...

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(sito neapolis) - Le tensioni fra Turchi e Ciprioti, i conflitti tra Inglesi e nord-Irlandesi o i problemi di convivenza tra Italiani e immigrati possono essere risolti con un po’ di esercizio alla mediazione, magari grazie a un videogioco. È da Futuro Remoto, la manifestazione scientifica napoletana dedicata quest’anno alla robotica, che viene l’idea di un gioco di ruolo per formare mediatori culturali. Cipro, Irlanda del Nord e i quartieri difficili di Napoli sono gli scenari individuati per mettere in pratica le proprie doti diplomatiche. Gli attori interagiscono attraverso avatar e provano a stringere un accordo. Ma è solo un esercizio, perché ovviamente la parte più impegnativa si svolge nella realtà. Intervista Orazio Miglino, Laboratorio “Nac” Federico II. Ma la mediazione culturale è solo una delle finalità dei cosiddetti “serious games”. Dal laboratorio partenopeo vengono presentati anche altri progetti, come Bestbot, attraverso il quale il giocatore trasferisce competenze a un robot, che dopo una formazione, diciamo così, via pc, è in grado di muoversi autonomamente attraverso ostacoli che ha imparato a evitare. E’ un pianeta invaso da macchine, quindi, quello che presenta Futuro Remoto, ma in cui chip e meccaniche sono chiamati sempre a migliorare la vita dell’uomo.

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