(sito neapolis) - Dal Consiglio dei ministri via libera al cosiddetto decreto Romani, che recepisce la direttiva europea sugli audiovisivi. Lo ricordiamo, fin dalla sua prima presentazione, avvenuta il 17 dicembre 2009, il decreto aveva scatenato una bufera di critiche e...
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(sito neapolis) - Dal Consiglio dei ministri via libera al cosiddetto decreto Romani, che recepisce la direttiva europea sugli audiovisivi. Lo ricordiamo, fin dalla sua prima presentazione, avvenuta il 17 dicembre 2009, il decreto aveva scatenato una bufera di critiche e polemiche. Erano in molti a temere che la rete potesse essere assoggettata alle stesse norme previste per la televisione. Rischio scongiurato dalla formulazione attuale del provvedimento. Anche se rimangono alcuni punti oscuri. Il testo si compone di venti articoli. Le disposizioni che riguardano il web si trovano allart.4. Qui si parla di servizio di media audiovisivo. E si stabilisce che non rientrano nella definizione: i siti internet, i giochi on-line, le versione elettroniche di quotidiani e riviste, i motori di ricerca. E questo indubbiamente fa felice il popolo della rete. Ma sempre l articolo 4 esclude dalla definizione di servizio di media audiovisivo quei servizi prestati nellesercizio di attività precipuamente non economiche e che non sono in concorrenza con la radiodiffusione televisiva. E qui si pone un problema. Come si fanno a stabilire i parametri del criterio di concorrenza? Anche un video blog di successo potrebbe essere in concorrenza con la televisione. Caso diverso è quello di chi decide di fornire attraverso un portale servizi on demand. Dovrà presentare una denuncia di inizio attività allAgcom, lautorità garante delle comunicazioni. Si precisa che questa denuncia non comporta alcuna valutazione preventiva sui contenuti. E sarà sempre lAgcom a emanare i regolamenti per far rispettare il diritto dautore sul web. Il che potrebbe dare lavvio a un giro di vite nei confronti dei siti accusati di favorire la pirateria.
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