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(FilmTv.it) Gloria è disperata: lei lavora come donna delle pulizie in un palestra, suo marito Antonio vive nel ricordo di Ingrid, la sua amante tedesca; dei due figli, Toni fa lo spacciatore e Miguel, omosessuale, fa "la vita". Per di più, deve sopportare in casa anche la madre di Antonio. Per fortuna ci sono le pasticche per tenersi su, e c'è Cristal, prostituta ma vera amica. In una lite, Gloria finirà per ammazzare Antonio con un osso di prosciutto, ma non per questo le cose andranno a posto... Pedro Almodovar scatenato, in uno dei suoi film migliori, quando ancora la sua fama oltrepassava a fatica i confini spagnoli e il suo nome non era ancora una firma destinata ai circuiti internazionali. Narrazione tumultuosa e vetriolo a ruota libera. (da icine.it) - Il film più interessante e ricco del primo Almodòvar. Un gran ritratto della Madrid periferica dopo la morte di Franco. Al centro della storia una casalinga che fa le pulizie in una palestra dove si praticano le arti marziali. Lei, Gloria/Carmen Maura, è il centro gravitazionale di un universo esploso. Il marito tassista ricerca una vecchia fiamma, una cantante tedesca di quando lavorava in Germania. I figli sono uno gay che va a vivere col dentista per pagarsi le cure dentali, l'altro spaccia eroina. La suocera ha i soldi ma li nasconde, la vicina, l'unica amica, è una prostituta venuta dalla provincia per fare l'attrice. Rivoltando il punto di vista, l'occhio di Almodovar è vicino proprio alla prostituta e il paradosso è che lo sguardo provinciale della prostituta (e del regista che era arrivato anche lui a Madrid dalla provincia) risulta più puro della realtà disgregata della metropoli. Ispirandosi al racconto "Lamb for Slauther" di Roald Dahl (lo stesso autore di Charlie e fabbrica di Cioccolata) del 1953 in cui una donna uccide il marito con una coscia di agnello, Almodovar compie una grande fusione di stili, lasciiando sul luogo del delitto il ramarro, quasi un marchio di fabbrica.