Rai - Segretariato Sociale Regione Piemonte
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Backstage - Reprise

"I media commerciali sono "pubblicità" che si serve delle notizie, della fiction e dell'intrattenimento per catturare l'audience" (Len Masterman). Solo una provocazione? Oppure una banalità di cui noi, teleconsumatori avvertiti, siamo consapevoli da anni?

                                                                                 

Scorrendo quotidianamente le edizioni dei tg di tutte le reti nazionali (Rai, Mediaset e Telecom) ci siamo accorti di come il flusso delle notizie conosca spesso una doppia natura: una prima parte del telegiornale (diciamo i primi quindici-venti minuti) presenta i fatti con uno spettro di atteggiamenti che va dall'esposizione seri(os)a al paternalismo didascalico, fino alla spettacolarizzazione allarmistica; una seconda parte alleggerisce i toni, si apre a contenuti di gossip e dolce vita dei vip, racconta storie di modelle e calciatori. Intorno alle notizie, prima, dopo e su alcune reti anche in mezzo, fiorisce il formato principe della tv: la pubblicità, appunto.

Prendiamo un tema, il doping, e vediamone in successione tre rappresentazioni che potrebbero essere una visione tipo del flusso notizie-spot-notizie:

 

- Servizio di Studio Aperto "Doping in palestra"

- Spot "Alpecin"

- Servizio di Studio Aperto "Taricone e doping"

 

Nel primo servizio il fenomeno è così allarmante da mozzare il respiro alla giornalista: nessuna musica, tono concitato, climax finale dei rischi verso il contrappasso dantesco di ogni cultore del corpo: l'obesità. Nel secondo caso la musica caraibico-messicana, visivamente anticipata da un bungalow vacanziero, accompagna le immagini del vip di turno, la cui cattiva abitudine del doping diventa la nota di trasgressione di un passato ormai alle spalle. Scompaiono i rischi, gli effetti collaterali, il rischio obesità; rimane invariata la prestigiosa fonte d'informazione, il mensile Men's Health. In mezzo ai due servizi, tra gli spot che intercalano le news - o viceversa - potremmo essere invitati a comprare uno shampoo alla caffeina: anche i capelli, come ben dimostrano figure più illustri di noi, hanno bisogno di additivi, pena la copertura sotto pudiche bandane.

Intendiamoci: tutti i mezzi di informazione, dalla stampa alla tv, dai cinegiornali alla radio, hanno sempre dedicato uno spazio - solitamente nella parte finale - alle notizie "leggere". Non si tratta certo di una novità. Però riteniamo utile riflettere su un paio di punti:

  • la tv, come ben evidenziò negli anni '70 il sociologo Raymond Williams, è un flusso. Per sua natura non mette punti ma puntini di sospensione, non crea ipotassi ma paratassi. Non separa, ma unisce e mischia, senza mai mettere la parola fine. "The end" appartiene al mondo dei libri e del cinema (fino agli anni '50, poi - guarda caso - la consuetudine di segnalare la fine del film è venuta meno); la tv preferisce "to be continued"...
  • i media, televisione compresa, veicolano rappresentazioni. Ne abbiamo offerto esempi nella prima parte di questo "backstage", confrontando le immagini dell'adolescenza in un videoclip e in un servizio tg.

Unendo le due riflessioni appena esposte, otteniamo una possibile definizione di tv: un flusso di rappresentazioni. Che cosa può aiutarci a distinguere tra le rappresentazioni di un servizio informativo e quelle di uno spot? L'obiettivo di chi comunica, verrebbe da rispondere: nel primo caso si vuole informare, nel secondo si vuole vendere. Ma se anche tra gli obiettivi cadono i confini, che cosa otteniamo?

Otteniamo l'infotainment, contrazione dei termini inglesi information ed entertainment, ovvero "informazione "e "intrattenimento". Da un lato i programmi d'informazione hanno introdotto elementi di spettacolarizzazione, dall'altro, i programmi d'intrattenimento sono sempre più propensi a dare spazio alle notizie, soprattutto legate alla politica e all'inchiesta di tipo sociale. Visibili a tutti sono alcune trasformazioni strutturali (ambienti e location) degli spazi in cui viene elargita l'informazione, così come di approccio (conduzione, scalettatura delle notizie, tempistica e ritmo) dell'informazione televisiva stessa.

I variopinti telegiornali di oggi adottano un linguaggio più "vicino alla gente": siamo d'accordo con Indro Montanelli che, nella sua ultima lezione tenuta nel 1997 all'Università di Torino, riconosceva al giornalismo il merito di aver strappato la cultura ai suoi fortilizi e averla diffusa tra la popolazione (leggi l'articolo). Ma appellandosi sempre più all'emotività e non alla razionalità, con grafiche perfette, tabelle esteticamente piacevoli, immagini d'effetto, i telegiornali rischiano di svuotare la notizia dei suoi contenuti, dando maggior enfasi alle immagini ed ai colori e non alla "verità" dei fatti. "La cosa fondamentale di un giornale è la cosiddetta audience", diceva ancora Montanelli descrivendo il panorama della carta stampata; il riferimento al parametro che decide le sorti dei programmi tv non può che estendere questa considerazione al giornalismo televisivo. "Il punto di svolta è stato il passaggio dal monopolio pubblico della Rai al duopolio con Mediaset. Dopo un'iniziale, forte contrapposizione tra Rai e Mediaset, in contemporanea con l'avvento dell'Auditel, è iniziata una rincorsa esclusivamente in chiave pubblicitaria che ha portato ad un danno gravissimo: l'utente televisivo è stato trasformato in cliente-consumatore". Con queste parole si esprime Barbara Scaramucci, Direttrice di Rai Teche, che ben contestualizza il passaggio dalla televisione "di servizio" alla "televisione di intrattenimento".

                                                                                 

La notizia, breve e urlata, costruita per colpire ed emozionare e non per approfondire e far riflettere, si ibrida sempre di più con pubblicità e fiction. Se in passato la notizia veniva confezionata per essere recepita dallo spettatore come storia coesa, dotata di inizio, fine e sviluppo narrativo, oggi la tendenza è quella di reiterare all'infinito il corpo centrale del racconto, salvo poi, di fronte ad un nuovo evento più attuale, dimenticarsi completamente della conclusione del precedente. Il flusso erode i confini tra i formati, mentre quelli tra i canali (la lottizzazione delle reti Rai prima e la contrapposizione Rai-Mediaset poi) sono caduti da tempo, riflettendo la particolare situazione politica italiana. Meno grave sarebbe se ci trovassimo davanti a network ad esclusiva matrice privata; in fondo siamo nella cosiddetta epoca postmoderna, dove tutto si mixa, regnano il pastiche, la citazione, il ritmo, la velocità e il flusso, appunto. Ma, riflettendoci bene, uno dei network in esame è demandato dalle istituzioni a svolgere mansioni di pubblico servizio. Ancora la Scaramucci: "Oggi, come ieri, ci sarebbe bisogno di concorrenza. Invece, dalla metà degli anni ottanta, si è passati ad un duopolio voluto, tollerato, mediato ed anche usato dalla politica. La responsabilità grave della Rai è stata quella di non aver saputo mantenere la differenza nell'offerta di un servizio pubblico". 

 

Se il panorama finora tracciato è realistico - e su questo ci piacerebbe leggere i vostri pareri su info@progettosteadycam.it o sul nostro profilo di Facebook - allora riflettere sui media e sugli audiovisivi significa ancora di più soffermarci su che cosa la società di oggi ritiene opportuno mostrare e nascondere, di quali valori e giudizi carica queste rappresentazioni, che cosa i produttori (di bibite, scandali, shampoo e notizie) ritengono possa catturare l'attenzione e la benevolenza del teleconsumatore. Non è da noi rimpolpare la già cospicua schiera degli apocalittici: la nostra navigazione ha sempre seguito una rotta, più o meno sicura, tra le onde spumeggianti della criticità e della consapevolezza. Vi vogliamo lasciare con un'ultima sollecitazione, anche questa da "bersi in un sol fiato".  

 

- Servizio del Tg3 "Incidenti mortali"

- Spot "Seat Leon"

- Servizio del Tg3 "Paris Hilton è già a casa"

 

 

The end

 

 

                                                                                La Redazione

 

 

 

 

 

 



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