Lo spazio talk inizia con la storia di Giusy, sieropositiva da 10 anni, che racconta da quando ha scoperto di essere sieropositiva a quando ha deciso di combattere in modo concreto la malattia. L'emergenza HIV e AIDS: una malattia sempre più diffusa, ma di cui si parla...
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Lo spazio talk inizia con la storia di Giusy, sieropositiva da 10 anni, che racconta da quando ha scoperto di essere sieropositiva a quando ha deciso di combattere in modo concreto la malattia. L'emergenza HIV e AIDS: una malattia sempre più diffusa, ma di cui si parla pochissimo, e che non riguarda solo le cosiddette 'categorie a rischio'. Se ne parla oggi pomeriggio con Massimo Oldrini della LILA Milano, il virologo Vittorio Colizzi, collaboratore del Premio Nobel Luc Montagnier, la giornalista e scrittrice Margherita Enrico e il giovane volontario dell'ANLAIDS Massimo Zoppi. Diaco ricorda che di AIDS se ne sta parlando sempre meno, l'informazione è quasi assente sul tema e sembra che il problema sia lontano anni luce dalla nostra realtà, ricorda che la Chiesa dovrebbe fare un passo avanti e smetterla di condannare il preservativo e, per concludere, dovrebbe essere consigliato, già a partire dalle scuole superiori, fare il test HIV. Margherita Enrico ricorda che sono cambiate le cosiddette categorie a rischio rispetto all'AIDS, si è passati dai tossicodipendenti ed omosessuali a eterosessuali anche anziani grazie ai farmaci che rinvigoriscono la libido dei maschi. Inoltre sono sempre di più le donne, quelle colpite dal visrus. Facchinetti parla invece dei numeri, legati all'AIDS in Italia: 13 nuovi sieropositivi ogni giorno, 150.000 quelli attualmente infettati, 40.000 circa i sieropositivi che ancora non sanno di esserlo (come si fa a stimare questo dato?). Il Professor Vittorio Colizzi (immunologo Università Tor Vergata di Roma) mette l'accento sui nuovi farmaci antiretrovirali come terapia per combattere la malattia e sull'eventualità di un vaccino. Ricorda, comunque, che è bene far fede su quello che c'è e meno su quello che verrà. Inoltre afferma che spesso oltre a fare poca informazione, quella poca viene anche fatta male o addirittura sbagliata. Abbiamo subito l'esempio con Idris che, citato sulla situazione AIDS in Africa, esordisce con una nascita del virus causato da esperimenti genetici fatti sulle scimmie in Congo!!! Colizzi lo blocca subito e ricorda che il virus AIDS nasce sì, nelle scimmie, ma senza nessun esperimento; è il virus stesso che cambia la sua virulenza quando entra in contatto col corpo umano, si dice infatti che il virus ha fatto il salto di specie. Massimo Oldrini, volontario della LILA, ricorda il suo passato di tossicodipendente e di come, ad un certo punto, malato e disperato abbia trovato in questa associazione le ragioni per il suo riscatto. A questo punto le telecamere di Scalo 76 vanno in giro per Milano a chiedere alla gente cosa sanno di AIDS e di sieropositività. Va in onda un veccchio spot sull'AIDS che vede una coppia distesa all'obitorio e con la scritta 'non esiste cura per l'AIDS, proteggiti'. Vittorio Colizzi si arrabbia molto perché dice che il messaggio di questo spot è vecchio, infatti paragona l'AIDS alla morte. Oggi non è più così l'AIDS è diventata una malattia cronica, se curata. Quello che non si capisce è perché Idris si sia tanto arrabbiato e continui ad urlare prevenzione e cura per i miei fratelli. Il talk finisce col bacio sulla bocca fra Facchinetti e la donna sieropositiva.
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