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Il 12enne DJ Walters è convinto che la casa del vecchio Nebbercracker, suo dirimpettaio, nasconda qualche terribile mistero: nella villa fatiscente continuano a scomparire oggetti e animali. E la moglie del vecchio dov'è finita? I genitori non gli danno ascolto, con il padre che cerca di fare l'amicone e la madre preoccupata di mostrare l'affetto a parole; i poliziotti, anziché rassicurare, si rivelano pericolosamente troppo lesti ad estrarre le armi. Così, con il suo amico Timballo e la nuova arrivata nel quartiere Jenny, DJ decide di indagare da solo. Sfuggiti a una baby sitter teen ager, distratta e punk, e dopo aver ascoltato i consigli di un campione di videogiochi ("l'uomo più intelligente della terra", secondo Timballo), i tre ragazzi entrano nella casa dell'orrore. Prodotto da S. Spielberg e R. Zemeckis è stato realizzato con l'ormai diffusa tecnica della motion capture che consiste, per sommi capi, nel far agire attori veri incappucciati da una tuta aderente provvista di sensori. Il computer ne registra i movimenti e se ne serve poi come base per l'animazione. Forse si sono visti risultati migliori – almeno da questo punto di vista – di questo film a tal punto contestato in patria (terrorizza i bambini) da uscire con la sigla PG (bambini accompagnati), ma resta pur sempre un gioiellino gotico di commedia horror da gustare nei suoi curatissimi movimenti di macchina virtuali. Senza dimenticare che, nel suo mettere in scena bambini soli e spesso più adulti degli adulti, Monster House aiuta a riflettere.