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(sito rai educational) - Lo scorso anno in questo periodo infuriava la discussione sulle cosiddette “classi ponte”, una proposta della Lega Nord che prevedeva l’istituzione di classi separate per i bambini figli di immigrati. Secondo la proposta, questo avrebbe favorito l’apprendimento della nostra lingua da parte dei bambini stranieri, impedendo, allo stesso tempo, il rallentamento dello svolgimento dei programmi nelle classi “normali”. A un anno di distanza, che fine ha fatto quella proposta? Esistono già le “classi ponte”? Se non sono state mai istituite per legge, perché nelle nostre scuole esistono invece di fatto delle classi ormai interamente composte da bambini stranieri? Per rispondere a queste domande Crash è andato a verificare la situazione in alcuni istituti italiani, documentando i diversi aspetti del problema, ascoltando genitori e insegnanti. E per discutere e approfondire l’argomento, Valeria Coiante ospita in studio l’on. Valentina Aprea (Pdl), Presidente della Commissione Cultura Scienza e Istruzione, la senatrice Maria Pia Garavaglia (PD), responsabile settore scuola del PD, e Leonardo Tondelli, professore di Lettere a Carpi (Modena). E tra i temi all’esame di Crash, anche la recente proposta del Ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, in risposta alle proteste dei genitori, di introdurre un tetto massimo di studenti stranieri per classe. Non potranno essere più del 30% del totale. E allora: a che punto è la proposta del Ministro Gelmini? Quali sono le reazioni degli insegnanti e dei genitori all’introduzione di questo tetto? E perché, nonostante questa proposta sia stata già fatta anche da altri ministri e da altri governi sotto forma di circolari ministeriali, gli istituti faticano ad applicarla?