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A PROPOSITO DI TERKEL

Come preannunciato la scorsa settimana intendiamo soffermarci su un film di animazione reperibile a circa 10 euro ricco di spunti per un utilizzo in sede didattica ed educativa. In Italia è stato vietato ai 14 anni… Sporco e cattivo al punto giusto. Affroeenta senza reticente il “mare magnum” tra adolescenti, tra adolescenti e adulti, di coppia, ecc. Ne emerge uno spaccato farsesco e terribile, un mix molto efficace e stimolante che offre spunti e tracce di lavoro in più di una direzione e con target anche molto diversi tra loro.
t2Attraverso un “taglia e cuci” mirato, si riesce ad ottenere una versione redux centrata sul bullismo della durata di 25 minuti circa, da utilizzare con adolescenti e ragazzi (scuole medie inferiori e superiori). Con loro si potrebbe lavorare sia sull’evoluzione dei rapporti tra Terkel e i due bulli (in un primo momento vittima totale poi semi-complice delle loro angherie, on annesso, tragico, epilogo), ma anche in merito alla funzione, ed a come viene svolta, delle figure via via interagenti (i genitori, il professore, lo zio, l’amico, la sorella dell’amico).
Il finale, che a questo punto non può più essere il vero finale del film, potrebbe essere lasciato “aperto”, chiedendo ai ragazzi di elaborarne uno attraverso un’attività in sottogruppo. Un identico schema, il taglia e cuci di cui sopra, può essere utilizzato anche sfruttando in merito ad altre tracce di lavoro, come quelle delle relazioni ragazzi-adulti o dell’affettività tra coetanei (ad es. il percorso di avvicinamento tra l’amico di Terkel e la compagna di classe con ribaltamento di ruoli finale).
t3Si arriva, in questo modo, a creare una serie di racconti nel racconto, facilmente utilizzabili sia in laboratori monotematici che in percorsi più ampi e strutturati. Ancora una volta, e gli esempi in materia non mancano (uno per tutti, i Simpson), il fatto che si stia parlando di un prodotto animato e non di un film con attori in carne d’ossa, ci permette di affrontare temi di un certo tipo con un grado di rappresentazione molto “spinto” e realistico, senza le ovvie autocensure che si adottano quando si lavora per immagini soprattutto con i più giovani. Che a compiere certe azioni, soprattutto quelle più efferate, o ad utilizzare un certo tipo di linguaggio, siano dei pupazzi, depotenzia gli aspetti più scabrosi e negativi, lasciando però intatta la possibilità di lavorare sui contenuti ed i messaggi di fondo che rimangono profondamente autentici. Grande Terkel!



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