Colpito dalla notizia della morte di un amico, un romanziere ricorda un episodio vissuto nell'agosto del 1959 quando, con altri tre amici, andò nei boschi di Castle Rock per ritrovare il corpo di un ragazzoscomparso. (Film tv). Il passaggio...
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Colpito dalla notizia della morte di un amico, un romanziere ricorda un episodio vissuto nell'agosto del 1959 quando, con altri tre amici, andò nei boschi di Castle Rock per ritrovare il corpo di un ragazzoscomparso. (Film tv). Il passaggio dalla fanciullezza all'adolescenza nei ricordi di uno scrittore.
Raggiunto dalla notizia della morte di un amico, uno scrittore ricorda un episodio dei suoi anni tra infanzia e adolescenza: insieme con alcuni coetanei si era inoltrato nei boschi dell'Oregon, seguendo la strada ferrata, per ritrovare il corpo di un ragazzo scomparso. Singolare adattamento di Rob Reiner da un racconto di Stephen King, che diventa un sobrio e malinconico canto sull'adolescenza e le sue paure. Nel cast un paio di illustri "saranno famosi". Il Manifesto - Roberto Duiz - 01/04/1987
Se ci fosse un Oscar anche per la categoria teen-agers è molto probabile che quest'anno se lo sarebbero aggiudicato i protagonisti di Stand by me, film che comunque a Rob Reiner ha fatto guadagnare una nomination per il Director Guild (premio dell'associazione dei registi americani).
Nella popolazione sempre più folta di mocciosi saputelli e chiassosi, a volte anche lagnosi, che dilaga sugli schermi negli ultimi anni, quelli di Stand by me, infatti, si distinguono per ricchezza di sfumature, per proprietà di psicologie, pur nella nettezza dei caratteri.
Autobriografia o pura invenzione? "Bè, ad essere onesto sono un bugiardo cronico e non so cosa sia vero e cosa non lo sia, ma se non è vero dovrebbe esserlo". Risposta laconica questa di Stephen King a proposito del suo romanzo The body (occasionale trasgressione dall'horror) dal quale Reiner (in occasionale trasgressione dal comico) ha tratto il film.
Giusta però, perchè in fondo, cosa importa che una storia sia vera? Ciò che importa, per la narrativa e per il cinema e che sarebbe bello che lo fosse, almeno quando si tratta di una storia positiva. E, in questo senso, quella di Stand by me (titolo preso a prestito dalla struggente canzone di B.E. King che fa da motivo conduttore) è proprio una bella storia, narrata sul filo delicato della memoria, rinunciando agli eccessi idillici della nostalgia.
Una storia che coglie e amplifica il momento fondamentale della crescita di due ragazzi e lo metaforizza nel contenitore dell'avventura.
In quattro partono dalla periteria di Castle Rock "Oregon" alla ricerca del cadavere scomparso, quello di un loro coetaneo presumibilmente falciato dal treno e non ancora ritrovato. Una scarpinata lungo la ferrovia, insidia sconosciute, pericoli imprevisti, rumori inquietanti nel bosco notturno, scontro con una banda di teppisti, scazzi e riconciliazioni, paura e coraggio.
Una vita in un solo week end, con già tutti i segnali di quella che sara la vita e la messa a punto del giusto atteggiamento per affrontarla. Un'esperienza memorabile per tutti ma soprattutto per Gordie (Wil Wheaton) e Chris (River Phoenix). L'avventura rafforza e ingigantisce il loro rapporto di complicità e reciproco sostegno. Servirà ad entrambi a liberarsi dai vittimismi adolescenziali e a trovare dentro di sè la determinazione necessaria a prendere di petto il proprio futuro. Il cadavere adesso è lì, seminascoso tra le foglie. Ma arrivati a questo punto si può anche rinunciare a diventare "eroi" della cronache locali. La consapevolezza di sè è il risultato inaspettato di quella avventurosa ricerca.
Un bel modo, questo, per parlare di teen-agers, lontano dai sensazionalismi dell'elettronica e dagli eroismi fantastici Vicino inv.ece ad una dimensione della nostalgia che al ricordo aggiunge senso.
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