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Secondo un recente studio sono 700.000 i giovani italiani tra i 15 e i 35 anni definiti: 'inattivi convinti'. Non lavorano, non studiano, non guardano la tv, non vanno al cinema, non fanno sport (citazione G.L. Ferretti) insomma sembra non abbiano progetti per il futuro, restano...

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Secondo un recente studio sono 700.000 i giovani italiani tra i 15 e i 35 anni definiti: 'inattivi convinti'. Non lavorano, non studiano, non guardano la tv, non vanno al cinema, non fanno sport (citazione G.L. Ferretti) insomma sembra non abbiano progetti per il futuro, restano a casa e sono mantenuti economicamente dai genitori. Altrimenti noti come 'generazione nè nè' (nè studio nè lavoro) potrebbero diventare un vero problema sociale dei prossimi anni. Michele Mirabella e Arianna Ciampoli si occupano oggi di questo problema più che mai attuale: è colpa loro? della società? dell'educazione ricevuta dai genitori? Si cerca una risposta a queste domande alcuni ospiti in studio: lo psicoterapeuta Fulvio Scaparro, Cristiano Marini, ricercatore dell’Università La Sapienza di Roma, il giornalista del Sole 24 Ore Dino Pesole e gli scrittori Maria Attanasio e Christian Frascella. In Italia sono 14 milioni sul totale della popolazione, i giovani fra i 15 e i 34 anni, ovverosia uno su quattro; il 36% delle ragazze e il 52% dei ragazzi vive ancora con i genitori. Per quanto riguarda il lavoro il 60% delle ragazze e l'80% dei ragazzi hanno un lavoro mentre le ragazze guadagnano, in media, un 21% in meno rispetto all'altro sesso. La discussione, tra l'altro molto interessante e godibile, mette però l'accento più sul lavoro che non c'è pittosto che sulla non voglia di lavorare dei nostri giovani. Precariato imperante, politiche giovanili assenti e pochissimi finanziamenti allo sviluppo e ricerca fanno sì che questa 'generazione nè nè' sia quasi obbligata a fare alcune scelte di vita come rimanere a lungo in casa con i genitori. Rimane anche il fatto che, chi si è laurato, ha delle aspettative di lavoro di un certo tipo e diventa quindi complicato dirgli: 'vai a lavorare nei campi' in attesa di farti una tua strada! Interessante la testimonianza dello scrittore (ex-operaio ed ex-impiegato in un call center) che parla del suo libro dal titolo: 'mia sorella è una foca monaca' che racconta le vicende di un 17enne con alle spalle una famiglia, per così dire, molto problematica. Interessante, appunto, le differenze fra la generazione dei trentenni, che non riescono a dare un senso al loro futuro rispetto all'attuale, oggi adolescenti che, grazie alla televisione, hanno come meta principale quella di apparire ed essere riconoscibile a tutti i costi (in streaming).

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