(sito raiutile). Compie un anno proprio in questi giorni il divieto di fumo nei locali pubblici; l ISTAT ha calcolato che sono stati 500 mila gli italiani che hanno smesso di fumare, spinti anche da questo provvedimento. Ma cosa realmente è cambiato, e soprattutto quale ricaduta economica ha avuto la legge Sirchia? Con il fumo intraprendiamo il nostro viaggio nel mercato del vizio in Italia, focalizzando i dati di consumo, sui costi per lindividuo, per la famiglia e per la pubblica amministrazione. Ad un anno dalla sua applicazione, la legge che vieta il fumo in bar, ristoranti, uffici e pubblici esercizi ha concorso al raggiungimento di un record: 750.000 persone hanno spento lultima sigaretta. Invertendo il trend di crescita dei due anni precedenti, il provvedimento anti-fumo ha diminuito del 5% il popolo dei fumatori italiani e ridotto le opportunità di fumare a chi ancora non ha voluto smettere. I dati confermano che la legge funziona, anche se non è ancora riuscita a scalfiggere lo zoccolo duro dei fumatori più incalliti: i fumatori forti e le donne, soprattutto le più giovani, non sembrano intenzionate a rinunciare alla sigaretta. A contribuire alla riduzione delle vendite di tabacchi sono invece stati gli adulti e i fumatori medi (sotto alle 10 sigarette al giorno). Anche i giovani sembrano insensibili al provvedimento del 10 gennaio 2005. L'Europa ricca è causa del suo male: i cattivi stili di vita incidono infatti sulla spesa totale in misura abnorme, il 66,3% secondo il rapporto 2005 sulla salute in Europa dell'Oms. Più in particolare, i fattori di rischio sono il fumo, l'alcol, l'ipertensione, l'ipercolesterolemia, il sovrappeso, la scarsa assunzione di frutta e verdura e il ridotto esercizio fisico, nell'insieme responsabili dei due terzi dei costi sanitari, calcola l'organizzazione mondiale della Sanità. Inoltre, povertà e inaccessibilità ai servizi creano un ulteriore aumento dei costi in alcuni dei Paesi membri dell'Europa orientale. Il 34% dei costi sanitari sono dovuti a sette principali condizioni: le cardiopatie ischemiche, le malattie psichiatriche (depressione, disturbi bipolari), le malattie cerebrovascolari, l'abuso di alcol, le malattie respiratorie croniche, il cancro del polmone e i problemi legati al traffico. L'attenzione delle istituzioni sanitarie, secondo l'Oms, deve essere concentrata nel ridurre proprio i fattori di rischio per prevenire gran parte delle malattie. I fumatori in Italia sono 11 milioni e 221mila, pari al 22,3% della popolazione di 14 anni e più. È quanto rileva una ricerca Istat, relativa al periodo da dicembre 2004 al marzo 2005. Secondo i dati, il 28,5% dei fumatori sono maschi e il 16,6% sono femmine. Inoltre, la percentuale più alta di fumatori si localizza nell'Italia centrale (24,3%), la più bassa al Sud (20,9%). L'età media in cui gli uomini cominciano a fumare è più bassa rispetto a quella delle donne (17,6 contro 19,5). I fumatori abituali (coloro che fumano tutti i giorni) sono l'89,7% del totale dei fumatori e il 20,3% della popolazione e consumano mediamente 14,8 sigarette al giorno. La quota dei "forti fumatori" (20 e più sigarette al giorno) è pari al 37,1% dei fumatori abituali. Il 21,9% dei fumatori ha dichiarato di aver tentato di smettere di fumare nei 12 mesi precedenti l'intervista. In particolare confrontando la quota registrata nel dicembre 2004 con quella di marzo 2005, tra i fumatori adulti (30-59 anni) si evidenzia un incremento di circa 4 punti percentuali (dal 19,7% al 23,6%). È ancora prettamente maschile il vizio del fumo. In Italia, secondo l'ultima indagine Istat tra i fumatori over 14, si accende una sigaretta il 28,5% degli uomini e il 16,6% delle donne. I maschi iniziano anche prima: a 17,6 anni contro i 19,5 delle femmine. Tra i primi, i più accaniti si trovano nella fascia d'età 25-29 anni, tra le seconde invece, l'età delle più incrollabili sale fino ai 45-49 anni. E a fare la differenza è il livello di istruzione: più è elevato, meno si fuma. In entrambi i sessi. Sono ben 11 milioni e 221mila i fumatori della penisola, concentrati più al Centro (24,3%), nel Nordovest (22,9%), nelle isole (21,7%), Nordest (21,5%) e infine al Sud (20,9%). Secondo l'indagine multiscopo, condotta dall'istituto statistico italiano, i fumatori abituali, cioè chi ogni giorno si accende una sigaretta, sono l'89,7% del totale, pari a oltre un quinto dell'intera popolazione (20,3%), con un consumo medio di quasi 15 sigarette al giorno. Ma è consistente anche la quota di chi consuma un pacchetto e oltre, il 37,1%. Sono le città i luoghi dove è più alta la concentrazione di fumatori. Qualcuno prova anche a smettere, ben il 21,9% degli intervistati dall'Istat, ma sono soprattutto coloro che non fumano tutti i giorni. Una campagna di comunicazione contro il tabagismo attraverso un concorso per uno slogan contro il fumo: è l'iniziativa promossa dalla Provincia di Napoli per convincere i cittadini a rinunciare alle sigarette. L'idea, promossa dagli assessorati alle Politiche Scolastiche e alle Risorse umane della Provincia di Napoli, prevede una sezione generale riservata a tutti i residenti nel territorio della provincia ed una sezione speciale rivolta agli studenti delle scuole superiori. La campagna antifumo intrapresa dall'amministrazione provinciale mira, attraverso il coinvolgimento attivo dei destinatari, alla prevenzione dei danni derivanti dal fumo. Il bando relativo al concorso è stato pubblicato presso l'albo Pretorio dell'ente e sul sito istituzionale (www.provincia.napoli.it ). Per sette partecipanti che creeranno i messaggi più efficaci sono previsti premi in denaro (due per la sezione generale e cinque per la sezione speciale), per una somma complessiva di 13.500 euro. A un anno dall'entrata in vigore della legge contro il fumo, la quasi totalità dei locali pubblici e dei clienti sono in regola e rispettano i divieti. Ma il tabagismo non diminuisce nella popolazione italiana, anzi, i giovanissimi sembrano essere sempre più attratti dalle sigarette. Lo rilevano due distinti studi effettuati in Veneto e in Liguria dagli esperti della Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti). Secondo i dati illustrati nell'ultima Conferenza Nazionale di Sanità pubblica, a Parma, condotta su 747 locali pubblici in Veneto, infatti, si evince che i provvedimenti sul divieto di fumo nei luoghi pubblici non solo sono stati rispettati dalla totalità dei gestori, ma hanno indotto anche cambiamenti negli stili di vita della popolazione. Nel 94,4% dei locali era affisso, infatti, il cartello di divieto di fumo, l'89,6% dei gestori ha dichiarato di ritenere il fumo passivo dannoso per la salute, i clienti rispettano la legge nel 99,1% dei casi, l'81,5% dei gestori ha dichiarato che i clienti sono contenti del provvedimento. Loro stessi poi fumano meno di prima (38%) o hanno smesso (16%). Il 62% ritiene che non ci sia stato nessun danno economico o addirittura un lieve aumento degli incassi. Stridente il contrasto di questa indagine con i comportamenti di medici e studenti di medicina, studiati dal Dipartimento di Scienze della Salute dell'Università di Genova. Gli studenti soprattutto - oltre il 40% dei casi si può dire che abbiano una vera e propria consuetudine al tabagismo. Esiste un numero verde (800 554088) per avere informazioni e consulenza sulle problematiche legate al fumo. Il Telefono Verde contro il Fumo (TVF) dell'Osservatorio Fumo, Alcol e Droga dell'ISS è un servizio nazionale anonimo e gratuito che svolge attività di consulenza sulle problematiche legate al fenomeno tabagismo. "Sportello aperto" al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 16.00, è un collegamento tra Istituzione e cittadino-utente, un punto d'ascolto e di monitoraggio. Il TVF si rivolge a chiunque sia interessato alle problematiche legate al fumo di tabacco, fumatori e ai loro familiari, non fumatori, ex fumatori e istituzioni pubbliche e private. E si occupa di fornire una consulenza telefonica al fine di orientare l'utente a riconoscere le proprie risorse; dare informazioni su strutture sanitarie pubbliche (Ospedali, ASL) e Associazioni onlus censite dall'OssFAD; dare informazioni scientifiche sugli effetti sulla salute causate dal fumo di sigarette, sulle terapie e sulla legislazione in materia; offrire una consulenza per iniziative di sensibilizzazione al problema del tabagismo in un'ottica di promozione della salute; studi e ricerche sui temi del tabagismo. Ecco alcuni piccoli trucchi che hanno aiutato molti a ridurre le sigarette, fino ad eliminarle. Provali e verifica se funzionano anche nel tuo caso:
- Compra un pacchetto da 10 sigarette alla volta: basta con le scorte
- Cambia marca di sigarette, compra una qualità che non ti piace: guasta il gusto
- Tieni le sigarette lontano dagli occhi
e dal cuore
- Fuma scomodo
- Usa un solo posacenere e lavalo sempre dopo avere fumato
- Dopo ogni sigaretta, metti via il pacchetto
- Rifiuta tutte le sigarette che ti vengono offerte
- Poni dei limiti al tuo fumo: decidi di non fumare più in soggiorno, in camera da letto, in auto ecc.
- Dopo i pasti, alzati subito da tavola e lavati i denti - Riduci i caffè e i cibi che richiamano la sigaretta
- Quando hai voglia di fumare, bevi un bicchiere di acqua
- Certamente ti sarà capitato di sentire da amici o conoscenti tanti altri accorgimenti inventati per smettere di fumare ed altri ancora ne escogiterai tu. Annotali. Ne risulterà un elenco bizzarro, divertente e utile. Il fumo è il fattore di rischio primario di quasi tutti i tumori polmonari, di un terzo di tutte le neoplasie, comprese le patologie che colpiscono gli apparati respiratorio e circolatorio, e si calcola che, ogni anno, muoiano oltre 83.000 italiani per cause legate al fumo. Questo significa che, nel nostro Paese, un decesso ogni sei o sette è legato al tabacco. La Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt), da sempre impegnata nella lotta al tabagismo, ha realizzato la Piccola guida per il successo. Come far rinascere il non fumatore dalla cenere del fumatore, pratico manuale per smettere di fumare distribuito, in 2.000.000 di copie, come allegato di alcuni dei più diffusi periodici italiani. Il manuale nasce dall'esperienza degli oltre 2.000 corsi anti fumo che, dal 1986, sono stati organizzati nelle Sezioni Provinciali LILT, frequentati da circa 30.000 fumatori, dei quali oltre 20.000 sono riusciti a smettere. Punto di partenza della guida è proprio la motivazione personale, ovvero la consapevolezza del fumatore di voler fare qualcosa di buono per se stesso e per chi gli sta vicino. Il manuale attribuisce, quindi, grande significato all'esperienza del cambiamento, non soltanto dal punto di vista comportamentale e cognitivo, ma soprattutto emotivo. Abbandonare la dipendenza dal fumo, infatti, deve coincidere con la ricerca di nuove e più gratificanti esperienze che si inseriscano in un più ampio cambiamento del proprio stile di vita. Per questo la guida si articola in 10 consigli pratici che vanno dal lavorare sul proprio senso di autoefficacia e sulla motivazione, alle 4 'regole d'oro' per disintossicare il fisico quando si smette di fumare e a come prepararsi ad affrontare le prime 48 ore di astinenza. Le illustrazioni della guida sono di Sergio Staino che proprio per questa iniziativa editoriale ha 'prestato' il suo personaggio più famoso, Bobo, alla Lilt.
Per approfondire: www.legatumori.it Codacons, in collaborazione con le associazioni Gea e Articolo32, e con Autostrade per l'Italia Anas e Satap, ha presentato alla Camera dei Deputati un progetto per portare i cittadini a non fumare in automobile. Il progetto, patrocinato dal Ministero della Salute e denominato ''Fumo al volante pericolo costante'', prevede di sensibilizzare l'opinione pubblica sul fatto che fumare una sigaretta alla guida di una vettura aumenta il rischio di incidenti. ''Si stima - si legge in una nota del Codacons - che il 15% degli incidenti stradali dovuti a distrazione sia riconducibile proprio al fumo di sigaretta''. Secondo il Codacons è questo ''il prossimo passo da compiere'' dopo i risultati positivi raggiunti dalla legge Sirchia sul fumo.
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