Germania: tra qualità e spazzatura

TGR Buongiorno Europa   (RAI 3) 07/06/2009  11:35 Servizio Informativo
Tematiche: Televisione, Informazione, Comunicazione, Contestazione, Immagine, Giovane, Tendenze, Società, Mercato, Consumo

(sito rai) - Scheda riassuntiva sul numero di televisioni presenti in Europa. Secondo una ricerca comunitaria, 4 anni fa, nei 25 paesi dell’Unione erano in funzione 3660 canali televisivi : 1347 a carattere nazionale, 2313 regionali o locali. Ma altre stime parlano di un numero complessivo: 4500 canali tv. Sia in un caso che nell’altro, un incremento impressionante considerando che solo 15 anni prima, all’inizio degli anni 90, in tutta Europa si contavano poco più di 100 televisioni (103 tv). Il 95% dei cittadini europei possiede una televisione che può ricevere tra gli 80 e i 100 canali. Impressionante anche la media dell’ascolto giornaliero: 216 minuti, praticamente ogni europeo passa quasi 4 ore al giorno davanti a proprio televisore.Ma a dispetto delle migliaia di stazioni televisive presenti in Europa, quelle che realmente contano sono solo un centinaio,184 per l’esattezza, 65 pubbliche, 86 private, che si spartiscono quasi l’80% dell’audience europeo. Sempre secondo una ricerca della Commissione europea la stragrande maggioranza dei cittadini del vecchio continente (26%) preferisce guardare in tv i programmi di informazione, il 13% film, 12% documentari, e solo il 9% programmi di intrattenimento come le soap-opera. Secondo questo sondaggio quindi gli utenti europei sembrerebbero molto sensibili alle scelte di qualità in tv, ma dai dati di ascolto, emerge una fotografia differente. Infatti al primo posto, con il 45% di share, balzano i programmi d’intrattenimento, al secondo (30%) la fiction e solo all’ultimo posto l’informazione (25%). Infine per il canone, in Italia ci si lamenta molto, ma, con i suoi 107,50 euro, è il più economico tra le televisioni pubbliche dell’Europa occidentale. In Svizzera il canone sfiora i 300 euro (281), in Austria e Norvegia, i 250 euro, Svezia Finlandia Germania sono oltre i 200 euro. 187 euro si pagano in Gran Bretagna, allineata all’Italia solo la Francia con 116 euro. A seguire la situazione televisiva in Germania con relativa guerra degli ascolti. E’lo show più longevo nella storia della tv europea. In onda una volta al mese dal 1981, cattura davanti al piccolo schermo oltre 10 milioni di tedeschi. Un terzo dello share. Esportato anche in Italia con il titolo “Scommettiamo che?” il programma di punta della seconda rete pubblica deve però fare i conti oggi con altri cannibali dell’audience. Nella stessa sera, infatti, la principale tv commerciale tedesca RTL il mese scorso ha mandato in onda la finale dell’Isola dei Famosi, toccando il 24% di share. In Germania il canone costa il doppio che in Italia e nel bilancio della tv di Stato gli introiti pubblicitari contano solo per il 7%, ma la sfida dell’audience resta agguerrita. Il palinsesto pubblico è vincolato da regole severe. Niente spot dopo le 20, metà della programmazione è destinata all’informazione. Tv di qualità, che tutti pretendono dal servizio pubblico, ma che molti meno guardano. Andreas Bönte, Dir. pianif. e sviluppo programmi, Bayerisches Fernsehen “La gente paga il canone e in cambio naturalmente vuole vedersi anche qualche bel programma. Se mandassimo in onda solo notiziari, informazione, o dibattiti parlamentari, non raggiungeremmo grandi numeri come audience. E a quel punto la gente si chiederebbe: perché mai devo pagare per dei programmi che nemmeno vedo? Produrre programmi di grande richiamo è dunque una questione di sopravvivenza e la concorrenza non esclude neppure il cannibalismo tra reti. La tv pubblica tedesca è gestita da Enti regionali autonomi. La Baviera è l’unico Land a trasmettere sul terzo canale un proprio tg serale completo di notizie nazionali e dall’estero. In concomitanza con il tg rivale della rete ammiraglia ARD è stata lanciata una soap opera di grande successo. Klemens Maria Hübner, caporedattore ARD Mittagsmagazin “Come in Italia c’è RAI 1,2,3, qui è lo stesso. La terza rete ha una programmazione indipendente e questo fa sì naturalmente che ognuno guardi al proprio share. In quella fascia serale c’era spazio per una soap quotidiana con un’audience molto buona, lo sapevamo. Nessuno vuole danneggiare la prima rete, ma il fatto è che ognuno bada ai propri programmi e cerca di ricavarne il meglio che può.” La concorrenza piace meno ancora alle tv private. Quasi 200 sono quelle con licenza nazionale, grazie alla diffusione della tv via cavo e del satellite. Alexander Grellmann, caporedattore Janus TV “Le tv private hanno un pubblico nettamente più giovane, di almeno 10-15 anni. E questo è probabilmente uno dei motivi per cui ARD e ZDF tentano di copiare i loro programmi. Vogliono raggiungere un pubblico più giovane perché è quello su cui si basa il sistema di rilevazione per gli utenti pubblicitari…. Ovvio che la cosa dia fastidio alle tv private, che dicono: Perché fate le stesse cose che facciamo noi e non pensate al vostro compito di servizio pubblico?” Su quale sia questo compito non è facile mettersi d’accordo. Ultimo a riaprire con clamore il dibattito è stato l’intellettuale Marcel Reich Ranizcki, che qualche mese fa ha rifiutato in diretta tv il più importante premio televisivo del Paese. In un faccia a faccia con Thomas Gottschalk - proprio il conduttore di “Wetten Dass?” - Ranizcki qualche giorno dopo ha ribadito: l’intrattenimento non può essere sinonimo di programmi scadenti. Marcel Reich Ranicki “Bisogna sapere a che cosa serve la tv, quale funzione, quale compito ha, santo cielo! Ho l’impressione che i direttori generali della tv pubblica siano quelli che lo sanno meno di tutti. Non hanno la minima idea di che cosa sia la tv. Si impegnano, lo so, ma il risultato non è davvero granché.” Arroganza delle elites intellettuali, la replica di Gottschalk. Thomas Gottschalk - presentatore tv “Supponiamo che nel mio grande show introducessi 3 minuti “in stile “Ranicki”, dove dico: adesso ragazzi parliamo di cose serie. E supponiamo che potessi collegarmi con un apparecchio al cervello dei telespettatori per vedere quando stanno attenti e quando si distraggono. Lo sappiamo, è un fatto che molto spesso li “perdi” nella parte diciamo così “educativa” e che ti seguono quando gli proponi cose brutte.” Un riflesso automatico contro cui è inutile lottare, secondo Gottschalk, che - con feroce ironia - nell’ultima puntata del suo show ha ospitato in studio due concorrenti alle prese con un menù di escrementi vari. Se per gli intellettuali questa è la tv, eccoli serviti, il messaggio per niente sottinteso.

> Autori: Pardini Paolo, Trussoni Ezio, Costa Alessandra
> Interpreti: Bönte Andreas, Hübner Klemens Maria, Grellmann Alex, Reich Ranicki Marcel, Gottschalk Thomas
> Produzione: Rai
> Anno: 2009
> Origine: Italia
> Approccio: Informativo
> Target: Giovani e adulti
> Importanza: Non fondamentale
> Con testimonianze: si
> Con statistiche: si
> Durata: 5'
> Web: buongiorno europa
> Note: in streaming la puntata
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