L'atomo di Sarkozy

TGR Buongiorno Europa   (RAI 3) 07/06/2009  11:20 Servizio Informativo
Tematiche: Politica, Ambiente, Contestazione, Finanziamento, Sistema economico, Lavoro, Società, Riforma, Giovane, Educazione, Tutela

(Sito Rai". Potrebbero assomigliare a questa le prossime centrali nucleari italiane. Flamanville, in Normandia. Qui, sulla costa della Manica, il colosso francese dell’energia “Edf” sta affiancando ai due cupoloni di cemento che contengono i vecchi reattori, un nuovo reattore, l’Epr. Gli impianti nucleari francesi hanno un’età media superiore ai 20 anni e prima del 2040 non sarà disponibile una tecnologia di rinnovata concezione. Dunque si costruiranno sei nuovi Epr. Versione evoluta dei reattori più diffusi che si differenzia dai precedenti perché il sistema di raffreddamento e’ ad acqua pressurizzata, e più sicuro, produce meno scorie. Con questo, che e’ il 59esimo, la Francia ha avviato una nuova fase di sviluppo della propria storia nucleare. Iniziati nel 2006, i lavori termineranno nel 2012. Costo dell’impianto 4 miliardi di euro. “E’ il più grosso cantiere d’Europa” ha detto il presidente francese Sarkozy al premier Berlusconi, durante il vertice romano di Villa Madama del febbraio scorso. Vertice dal quale e’ nata un’alleanza italo – francese. Nicolas Sarkozy - presidente della Repubblica Francese “Se l’Italia dovesse confermare il proprio ritorno nel nucleare la Francia –e parlo qui sotto il controllo del ministro Borloo e del primo ministro – propone all’Italia una partnership illimitata. Sul nucleare noi vogliamo creare un’energia pulita con voi.” L’accordo prevede quattro nuove centrali in Italia entro il 2020 con reattori Epr- gli stessi di Flamanville. Nel gennaio 2008, quando “Buongiorno Europa” fu la prima troupe italiana a visitare il cantiere di Flamnville, erano gia state poste le premesse dell’odierna intesa tra la francese Edf e l’italiana Enel, che partecipa alla costruzione di Flamanville. Christian Mavet – presidente Enel Francese “E’ un investimento abbastanza grosso. Più di 450 milioni di euro, quindi e’ una scelta strategica. Chi vuole entrare sul mercato francese deve avere accesso al nucleare. E’ chiaro che, dopo queste competenze nel nucleare potranno essere utilizzate in altri paesi, per esempio in Italia.” In Italia, le imprese di casa nostra e quelle francesi, una lobby molto potente –lavoreranno fianco a fianco. Del resto la Francia ha competenze specifiche i materia perché l’avventura nel nucleare cominciata negli anni 60 e’ proseguita, lungo tutti gli anni 80. In seguito alla crisi petrolifera del ‘73 la Francia decise per l’indipendenza energetica. Da allora ad oggi la Francia e’ diventata il paese più nuclearizzato d’Europa, secondo nel mondo solo agli Stati Uniti. 19 centrali atomiche in funzione con 58 reattori producono l’80 per cento dell’energia della nazione. Philippe Legne – capo cantiere Flamanville 3 “Le contestazioni o le discussioni con gli ecologisti arricchiscono e sono sempre stimolanti. D’altronde i rappresentanti locali di queste associazioni fanno parte della commissione locale d’informazione e quindi visitano regolarmente il cantiere”. In Francia si convive con il nucleare anche grazie ad una politica di trasparenza tra istituzioni e popolazione. Tuttavia l’incertezza sul futuro dei residui radioattivi – resta la grande incognita del nucleare francese. Sull’individuazione di un luogo definitivo d’interramento e’ aperto in Francia un dibattito nazionale. Gulven Greillat - Responsabile Strategia industriale di produzione EDF- Parigi “Questi residui, racchiusi in vetro fuso e in contenitori d’acciaio, vengono interrati a La Hague. Per l’insieme del parco nucleare francese dall’inizio del suo funzionamento occupano uno spazio grande quanto una piscina. Questa e’ la soluzione transitoria d’interramento. E’ sicura, e’ semplice ma quella che si immagina come soluzione da preferire e’ uno stoccaggio definitivo profondo nel centro della Francia. C’e’ un incontro nel 2015 davanti al parlamento francese per la decisione finale sulla costruzione di questo sito di stoccaggio”. E proprio a La Hague hanno trovato posto le scorie delle ex centrali italiane smantellare dopo il referendum dell’87. Torneranno in Italia riprocessate, dopo il 2025. A seguire va in onda la scheda sulla situazione italiana riguardo le centrali e l'energia nucleare. Oltre a quella di Caorso e a quella di Trino Vercellese, erano in funzione altre due centrali nucleari in Italia, a Latina e a Carigliano. Tutte e quattro furono chiuse nel 1988 all’indomani del referendum sul nucleare seguito ai fatti di Chernobyl. Il 75% degli italiani disse no al nucleare, anche se in realtà i tre quesiti referendari riguardavano non tanto l’abrogazione di una legge specifica sul nucleare, quanto normative relative alla localizzazione degli impianti e il divieto all’Enel, allora azienda di stato, di partecipare a progetti nucleari anche all’estero. Altri paesi europei decisero una moratoria nella costruzione di nuove centrali, ma l’Italia fu l’unica nazione a prendere la drastica decisione di uscire subito dal nucleare. Furono bloccati anche i lavori all’impianto di Montalto di Castro giunto ad un passo dal suo completamento. Noi da 20 anni non produciamo un solo kilowatt con il nucleare e nessuna delle nostre vecchie centrali, anche volendo, potrebbe tornare in funzione, mentre nel resto dell’Europa ci sono circa 150 reattori attivi che producono circa il 35% dell’energia usata nel vecchio continente, una dozzina di questi oltretutto situati a non più di 200 km. in linea d’aria da Milano.

> Autori: Pardini Paolo, Trussoni Ezio, Garbin Michela
> Interpreti: Sarkozy Nicolas, Mavet Christian
> Produzione: Rai
> Anno: 2009
> Origine: Italia
> Approccio: Informativo
> Target: Giovani e adulti
> Importanza: Non fondamentale
> Con testimonianze: si
> Con statistiche: si
> Durata: 5'
> Web: buongiorno europa
> Note: in streaming la puntata
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